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CANALE VILLORESI: MAPPE E IMMAGINI RELATIVE AL SUO TRACCIATO
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Tracciato
completo del canale Villoresi che corre per 86 Km, dalla diga
del Panperduto (località Maddalena, nel comune di Somma
Lombardo), fino a scaricare le ultime acque residue nell'Adda,
che in questa mappa del Milanese è ancora indicato all'altezza
di Concesa (invece che all'altezza di Groppello d'Adda, come
avviene nella realtà). La mappa la si può consultare e scaricare
dal sito "David Rumsey Map Collection" (dove viene
datata attorno al 1895), o anche dal sito "www.stagniweb.it"
(quella mostrata proviene da quest'ultimo sito, dove viene
invece datata, per tutta una serie di considerazioni sui
trasporti pubblici già in attività, attorno al 1886).
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Stralcio
dalla mappa precedente, con l'ultimo tratto del percorso
effettivamente realizzato del canale Villoresi, il quale non
avrebbe dovuto attraversare il territorio di Inzago. Il progetto
originale del tracciato del canale proposto dall'ing. Eugenio
Villoresi, infatti, prevedeva di attraversare il Parco della
Villa Reale di Monza, per poi scaricare le ultime acque residue
nel naviglio della Martesana / fiume Adda, all'altezza di
Concesa (Trezzo sull'Adda). In corso d'opera, però, l'ultima
parte del tracciato venne drasticamente modificata, facendo
correre il canale circa 4 Km più a Sud rispetto al progetto
originale; decisione che suscitò non poche polemiche, come si
può leggere sui giornali dell'epoca. Nella mappa è possibile
seguire il tracciato originale che risulta in tratteggio
azzurro, mentre, più sotto, il tratto blu continuo indica il
percorso modificato ed effettivamente realizzato.
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Mappa
con disegnati solo i confini amministrativi dei paesi a N/E di
Milano, in maniera tale da apprezzare con maggior accuratezza ―
rispetto alla mappa precedente ― il territorio dei paesi che il
canale Villoresi avrebbe dovuto attraversare secondo il progetto
originale (percorso azzurro) e il territorio dei paesi che
risultano essere effettivamente attraversati ancora oggi dal
canale (percorso blu). Il padre di Eugenio Villoresi era stato
custode e responsabile del Parco della Villa Reale di Monza,
pertanto è lecito supporre che Eugenio Villoresi ci tenesse
assai a far transitare il canale che porterà il suo nome
all'interno del parco. La Società Italiana delle Condotte
d'Acqua, invece, pensando che i tempi burocratici per ottenere
il permesso per attraversare il parco di Monza avrebbero potuto
essere piuttosto lunghi, optò per la variante che ha fatto
correre il canale circa 4 chilometri più a sud rispetto al
progetto originale.
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Quando
fu aperto l'ultimo tratto del canale Villoresi ― da Monza fino
al fiume Adda ― che scorreva circa 4 chilometri più a Sud
rispetto al progetto originale dell'ing. Eugenio Villoresi,
numerose furono le critiche comparse sui giornali e sulle
riviste dell'epoca. Ne riportiamo una tra le tante, comparsa
nella "Guida di Monza e del circondario", pubblicata nel 1897. A
destra, invece, si vede il trafiletto del Corriere della Sera
nel quale si dava conto del mancato permesso per
l'attraversamento del Parco della Villa Reale di Monza.
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Interessante
doppia mappa (fogli 45 di Milano e 46 di Treviglio) del
Ministero dell'Agricoltura, del 1887, nella quale si vede il
canale Villoresi realizzato, a quella data, solo fino al fiume
Seveso. Più a Nord è possibile vedere il tracciato di alcune
rogge che servivano ad irrigare i terreni altrimenti asciutti,
come il Sevesetto che bagnava i giardini di villa Tittoni a
Desio e alcuni terreni di Muggiò; la roggia Ghiringhella che
bagnava i terreni di Concorezzo e di Agrate Brianza; la roggia
Gallerana che bagnava i terreni di Carugate, di Brugherio e di
Cernusco s/N; infine la roggia Crosina che bagnava i terreni di
Inzago, di Gessate e di Gorgonzola posizionati a monte del
Naviglio della Martesana. Le quattro rogge irrigue menzionate
che si vedono sulla mappa, avevano all'incirca la stessa
lunghezza e, più o meno, la medesima portata d'acqua.
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Oltre
al progetto piuttosto travagliato del canale Villoresi, nella
seconda metà dell'Ottocento ingegneri e tecnici idraulici ne
proposero altri, sempre con il medesimo intento di riuscire a
irrigare l'alta pianura milanese asciutta. Alcuni, come il
canale Cotta mostrato nel disegno, avevano come idea di base il
fatto che il lago di Lugano, trovandosi a un'altezza più elevata
(di circa 80 meri) rispetto al lago Maggiore, fosse
potenzialmente avvantaggiato nel far scendere a valle una certa
quantità d'acqua per usi irrigui. Come si vede nel disegno, la
presa d'acqua del canale Cotta era prevista a Ponte Tresa e
avrebbe dovuto irrigare quella fascia di pianura a Nord del
canale Villoresi che corre da Gallarate fino a Imbersago. Il
canale Cotta, però, non fu realizzato.
Milano, Civica Raccolta delle Stampe A. Bertarelli
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Bacino
idrografico del canale Villoresi.
Disegno pubblicato dal Consorzio di bonifica Est Ticino
Villoresi, con i canali secondari, i nuovi canali progettati e
gli impianti di sollevamento, alla data del 1955. Si noti come
la superficie irrigata si riduca sempre più spostandosi verso
Est, dove, però, pochi chilometri più a Sud del canale Villoresi
scorre il naviglio della Marrtesana, il quale svolge la medesima
funzione irrigua. Conviene, inoltre, ricordare il fatto curioso
che i flussi dei due corsi d'acqua scorrano in versi opposti tra
di loro (da Ovest a Est il canale Villoresi, da Est a Ovest il
naviglio della Martesana).
Archivio del Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi
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Le
derivazioni secondarie del canale Villoresi nel territorio di
Inzago, nelle mappe dell'archivio del Consorzio di bonifica Est
Ticino Villoresi.
A Inzago il canale Villoresi è quasi arrivato a fine percorso,
le sue dimensioni e la sua portata d'acqua sono notevolmente
inferiori rispetto alla prima parte del suo tracciato. Inoltre,
nel nostro territorio non vi sono i grandi derivatori secondari,
dal momento che le bocche d'estrazione d'acqua alimentano
direttamente le rogge adacquatrici che si diramano nella nostra
campagna fino ai punti indicati dalle frecce rosse. Tali frecce
rappresentano i punti dove l'acqua ― tramite una piccola
paratoia di legno scorrevole, chiamata in dialetto milanese: "uss'cera"
― abbandona l'asta della roggia per allagare gli appezzamenti di
terreno fino alle capezzagne di confine che separano le singole
proprietà e che risultano leggermente rialzate rispetto al
livello della campagna.
Archivio del Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi
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Quando
venne costruito il canale Villoresi, il primo scavo fu
effettuato direttamente nel terreno, senza prestare molta
attenzione alle inevitabili infiltrazioni nei terreni
circostanti. Quando, però, nel territorio del Magentino si
verificarono numerosi casi di infiltrazioni eccessive d'acqua,
con conseguenti allagamenti delle cantine delle abitazioni
civili, divenne chiaro che le sponde e il fondo del canale
Villoresi dovevano essere protette con opportune lastre di
cemento atte a prevenire le infiltrazioni. Tali opere, però,
richiedono una costante manutenzione che viene eseguita durante
i periodi di asciutta, come mostra l'immagine (siamo nel primo
tratto del canale, lo si evince dalle sue dimensioni).
Archivio del Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi
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Essendo
stato il canale Villoresi progettato e costruito per soli scopi
irrigui (non a caso lo chiamiamo canale, invece di naviglio), la
sua portata d'acqua varia moltissimo lungo il suo percorso,
specie quando si confrontino tra di loro il primo e l'ultimo
tratto, come si vede nell'immagine. Le persone che abitano nei
paesi a Ovest di Milano rimangono sempre stupiti e increduli
quando guardano le fotografie del canale Villoresi in prossimità
di Groppello d'Adda e la loro prima impressione è che il
fotografo si sia confuso e che abbia erroneamente fotografato un
canale d'irrigazione secondario, invece del vero canale
Villoresi.
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Immagine
nella quale si vedono le ultime acque residue del canale
Villoresi che si scaricano nel fiume Adda poco più a Nord
dell'abitato di Groppello d'Adda. In realta, come si vede nelle
immagini, le bocche di scarico del canale Villoresi sono due: lo
scarico principale (indicato dalla freccia bianca) fa correre
l'acqua in una breve condotta sotto il naviglio della Martesana
(il cosiddetto salto del gatto), così da sfociare nel fiume Adda
un centinaio di metri più avanti; una seconda bocca (indicata
dalla freccia rossa) invece, permette a una certa quantità
d'acqua ― quella che supera una bassa traversina regolabile, che
che funge da sponda ― di tracimare per andare a scaricarsi nel
naviglio della Martesana.
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In
estate, durante l'oratorio feriale, si andava una o due volta
alla settimana a fare il bagno nel canale Villoresi, percorrendo
2 chilometri all'andata e altri 2 chilometri al ritorno: in
sostanza l'intero pomeriggio era dedicato al bagno nel
Villoresi. Tutto questo fino alla metà degli anni '60 del secolo
scorso, quando l'allora assistente don Emilio Brenna decise di
fare costruire una piscina all'interno dell'oratorio, in un'area
dove prima vi erano alcune giostre. Nonostante un primo parere
nettamente contrario espresso dal prevosto, don Emilio non si
perse d'animo e alla fine riuscì a far costruire una piscina di
10 x 20 metri, con grande soddisfazione di tutti i ragazzi che
frequentavano l'oratorio feriale. La piscina venne realizzata
dalla stessa impresa edile di Brignano Gera d'Adda, che aveva
appena terminato la costruzione della cripta sotto l'altare con
l'ampliamento del coro della chiesa parrocchiale. Fu così che
intere generazioni di ragazzini inzaghesi impararono a nuotare
nella nuova piscina dell'oratorio, perché per alcuni anni si
tennero dei regolari corsi di nuoto, sotto la guida
dell'istruttore inzaghese Giuseppe (Peppino) Borgonovo.
Questa doppia immagine è stata inserita anche nella sezione
"Curiosità inzaghesi".
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IL
CANALE VILLORESI - CONFERENZE / ARTICOLI |

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Titolo
della conferenza: IL CANALE VILLORESI
Autore: SILVANO PIROTTA
Conferenza tenuta il: 23 OTTOBRE 2024
Numero di pagine: 33
Note: dispensa di una conferenza tenuta nel mese di Ottobre
del 2024 e che rientrava nel ciclo delle lezioni programmate
dall'Università del Sapere per l'a.a. 2024/'25. Nella seconda
parte della lezione, in realtà, si è fatto un viaggio virtuale
lungo tutto il percorso del canale Villoresi, nel quale sono
state sovrapposte e sfumate tra di loro le mappe e le immagini
d'epoca con le moderne immagini satellitari, tutto questo con
un apposito programma GIS che ha permesso di apprezzare
pienamente le notevoli modiche al territorio che sono avvenute
nel secolo scorso.
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Titolo
dell'articolo: IL CANALE VILLORESI: IPOTESI, PROGETTI,
REALIZZAZIONE
Autore: GIORGIO BIGATTI
Anno di pubblicazione: 2010
Numero di pagine: 71 (da pag. 30 a pag. 101)
Note: articolo del prof. Giorgio Bigatti che può essere
scaricato liberamente dal sito di ACADEMIA.EDU. L'articolo
tratta del canale Villoresi in senso lato, con le
problematiche e le difficoltà connesse alla sua realizzazione;
inoltre è arricchito con numerose immagini e fotografie ―
alcune delle quali d'epoca ― a partire dal suo incile presso
la diga del Panperduto in località Maddalena, frazione di
Somma Lombardo.
www.academia.edu
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