REPERTI ARCHEOLOGICI E CENTURIAZIONE DEL TERRITORIO DI INZAGO


REPERTI ARCHEOLOGICI - NOTA INTRODUTTIVA
Partendo dalla considerazione che Inzago (Anticiacum) nel testamento del vescovo Garibaldo (epoca Franco-Longobarda, 870 d.C.) venne descritto come un insediamento già ben organizzato e ben strutturato, dove il vescovo di Bergamo decise di erigere pure uno xenodochio (una via di mezzo tra un ostello per i viandanti, ma anche una specie di ricovero in caso di bisogno), verrebbe naturale pensare che ― nel tempo ― il suo territorio abbia restituito un buon numero di reperti archeologici durante i numerosi lavori edili effettuati, specie all'interno del suo centro storico. Purtroppo, però, nella seconda metà del secolo scorso, quando al boom economico seguì quello edilizio, vuoi per la mancanza di sensibilità e di preparazione specifica da parte delle maestranze, vuoi perché le imprese edili locali erano molto restie nel richiedere un eventuale intervento della Soprintendenza, che avrebbe comportato, nella loro visione delle cose, una inutile perdita di tempo con conseguenti danni economici, il territorio di Inzago ― come, del resto, anche quello di Gorgonzola ― non ha fornito quella quantità di reperti archeologici che ci si sarebbe ragionevolmente dovuti aspettare di trovare. Così, il nostro patrimonio di testimonianze antiche è veramente esiguo, specie se confrontato con quello ben più consistente di altre località vicine, come ad esempio: Cassano d'Adda, Melzo, Pozzuolo Martesana, Pioltello, Cernusco s/N., ecc., che possono vantare ben altre testimonianze del loro passato.
REPERTI ARCHEOLOGICI - IMMAGINI

Antoniniano ritrovato nel 2014 dal sig. Mario Cremonesi nel terreno presso la sua abitazione, al civico 3 di via dei Mille (zona chiamata dagli Inzaghesi: "la Campagna"), prontamente segnalato e consegnato alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. Gli antoniniani erano monete largamente in uso anche tra i soldati romani, quindi potrebbe essere stato smarrito magari da truppe di passaggio e trattandosi di un ritrovamento sporadico, non permette neppure di avanzare ipotesi su un eventuale insediamento di epoca Tardo-imperiale nel nostro territorio. L'antoniniano, come si vede dall'immagine, è un "Concordia militum" con la raffigurazione dell'imperatore Diocleziano, ma la piccola moneta (quella a destra nell'immagine) era assai rovinata e aveva praticamente perso i bordi, tuttavia la rappresentazione della Vittoriola offerta da Giove, che si riesce ancora a vedere ― seppure con un po' di difficoltà ― e che è impressa sul retro della moneta, non lascia dubbi e permette una sua sicura attribuzione.

Nel 2018 in zona cascina Pignone, durante gli scavi per la costruzione di una vasca di laminazione lungo il percorso della Trobbia (ramo di Masate), venne casualmente rinvenuta dall'incaricato addetto ai controlli di prevenzione archeologica, una punta di freccia in selce di età preistorica, la quale è stata consegnata ed è tuttora conservata presso la Soprintendenza. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un rinvenimento del tutto sporadico, al quale le funzionarie della Soprintendenza non hanno ancora dedicato uno studio approfondito (che, del resto, si fa solitamente quando i reperti sono numerosi e di una certa importanza), in maniera tale da poterne pubblicare i risultati.

La chiesa campestre di San Vittore a Inzago, venne fatta demolire da San Carlo Borromeo in quanto non era possibile garantirne il necessario decoro e, a ricordarne la presenza, sul suo sedime venne eretta una croce lignea. Purtroppo la croce lignea è andata dispersa nei secoli passati, di conseguenza, oggi non si conosce quale fosse l'esatta posizione della ex chiesa di San Vittore. Indicativamente, sappiamo che doveva trovarsi nei campi tra Inzago e Villa Fornaci, a monte della strada Padana Superiore e della roggia Crosina, poiché quell'area è ancora oggi chiamata in dialetto "el terènn di Vittùr" (chiara dimostrazione di quanto siano conservativi i toponimi nelle parlate locali!). Come si può vedere in questa survey sul territorio, camminando lungo quelle stradette campestri è ancora possibile vedere qualche blocco di pietra che avrebbe potuto appartenere all'antica chiesa campestre di S. Vittore.
Queste sei pagine in formato PDF sono state inserite anche nella sezione: Altre (ex) chiese e cappelle.
REPERTI ARCHEOLOGICI / PALEONTOLOGICI - ARTICOLI

Titolo dell'articolo: IL BOS PRIMIGENIUS DI GROPPELLO D'ADDA UN REPERTO PALEONTOLOGICO DI TRENTAMILA ANNI FA
Autore: SILVANO PIROTTA
Numero di pagine: 21
Note: A rigore, questi reperti paleontologici di Bos primigenius sono stati rinvenuti nella cava Colombo di Groppello d'Adda, quindi nel territorio del comune di Cassano d'Adda. Considerando, però, l'esigua distanza che li separava dal confine con il territorio di Inzago (poco più di cento metri), si è quindi ritenuto che fosse il caso di inserire l'articolo in questa sezione.